segunda-feira, 16 de agosto de 2010

Mercoledì 18 alle 9 alla UFRJ/LetTere : Antonio di Grado e Elvira Seminara

Mercoledì 18 alle 9 alla UFRJ/LetTere :
Antonio di Grado e Elvira Seminara
Italia, Italie mie: oggi


Biografia
Antonio Di Grado è professore ordinario di Letteratura italiana nell'Università di Catania. Ha dedicato le sue ricerche e le sue pubblicazioni al Quattrocento di Alberti e al Cinquecento di Gelli, al Seicento di Bartoli e al Settecento di Tempio, ma si è prevalentemente occupato dell’Ottocento della narrativa verista e del Novecento delle riviste e delle avanguardie, della narrativa tra le due guerre e infine di scrittori come Brancati, Vittorini, Sciascia e numerosi altri.
Da Leonardo Sciascia è stato nominato direttore scientifico della Fondazione intitolata allo scrittore dopo la sua scomparsa; negli anni Novanta è stato assessore alla cultura del Comune di Catania e presidente del Teatro Stabile della stessa città. Ha pubblicato diversi volumi di storia e critica letteraria: tra gli ultimi ci sono “Quale in lui stesso alfine l’eternità lo muta”. Per Sciascia, dieci anni dopo (Sciascia, 1999), La lotta con l’angelo. Gli scrittori e le fedi (Liguori, 2002) e infine Giuda l'oscuro. Letteratura e tradimento (Claudiana, 2007). Inoltre ha curato l’edizione di opere di Leon Battista Alberti, di De Roberto, di Rosso di San Secondo, di Piero Jahier, di Giorgio Spini e di Brancati.
Ha collaborato, in qualità di consulente storico-letterario, alla sceneggiatura del film che Roberto Faenza ha ricavato da I Vicerè di De Roberto.


Libri dell'autore: Di Grado Antonio
Ordina per RilevanzaAnno di pubblicazione: prima i più recentiAnno di pubblicazione: prima i più vecchiPrezzo: dal più economicoPrezzo: dal più costoso
1.

Dell'accidia e d'altre eresiedi Di Grado Antonio - Bonanno - 2009
Prezzo: € 10.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 8/9 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori
2.

La vita, le carte, i turbamenti di Federico De Roberto, gentiluomodi Di Grado Antonio - Bonanno - 2007
Prezzo: € 25.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
3.

Giuda l'oscuro. Letteratura e tradimentodi Di Grado Antonio - Claudiana - 2007
Prezzo: € 13.50
Disponibilità: Normalmente disponibile in 8/9 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori
4.

Finis Siciliaedi Di Grado Antonio - Bonanno - 2005
Prezzo: € 15.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 8/9 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori
5.

Domande radicali negli scrittori siciliani del Novecento vol.2di Fava Guzzetta Lia, Di Grado Antonio, Ferlita Salvatore - Sciascia - 2003
Prezzo: € 20.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
6.

La lotta con l'angelo. Gli scrittori e le fedidi Di Grado Antonio - Liguori - 2002
Prezzo: € 14.50
Disponibilità: Normalmente disponibile in 6/7 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori
7.

Leonardo Sciascia e la tradizione dei sicilianidi Di Grado Antonio, Tedesco Natale, Ambroise Claude - Sciascia - 2000
Prezzo: € 12.91
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
8.

Quale in lui stesso alfine l'eternità lo mutadi Di Grado Antonio - Sciascia - 1999
Prezzo: € 11.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
9.

Leonardo Sciascia e il Settecento in Siciliadi Di Grado Antonio, Cancila Orazio, Coco Antonio - Sciascia - 1998
Prezzo: € 11.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
10.

Dissimulazioni. Alberti, Bartoli, Tempio. Tre classici (e un paradigma) per il millennio a veniredi Di Grado Antonio - Sciascia - 1997
Prezzo: € 11.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
11.

Il mondo offeso di Francesco Lanzadi Di Grado Antonio - Bonanno - 1991
Prezzo: € 10.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 10/15 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori (difficile reperibilità)
12.

Scritture della crisi. Espressionismo e altro Novecentodi Di Grado Antonio - Maimone - 1988
Prezzo: € 10.33
Disponibilità: Normalmente disponibile in 20/25 giorni lavorativi a causa della chiusura estiva di editori e distributori
13.

Angelo Fioredi Di Grado Antonio - Pungitopo - 1987
Prezzo: € 8.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 20/25 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori
14.

Leonardo Sciasciadi Di Grado Antonio - Pungitopo - 1986
Prezzo: € 8.50
Disponibilità: Normalmente disponibile in 20/25 giorni lavorativi a causa della chiusura di editori e distributori
15.

Federico De Roberto e la scuola antropologicadi Di Grado Antonio - Pàtron - 1982
Prezzo: € 7.00
Disponibilità: Fuori catalogo - Non acquistabile

Elvira Seminara e Antonio di Grado alla UFRJ 18-8 alle 9

Elvira Seminara http://elviraseminara.wordpress.com/
Ma lavorare stanca? Sono spunti di vista
agosto 11, 2010 at 1:22 pm (Senza categoria)
Asportatore di spine dalle rose, per non graffiare dita delicate. Il Para-noci-di cocco, assunto in certi alberghi esotici per difendere le teste dei clienti dai frutti caduti dagli alberi. (Non è chiaro, nella voce in Internet, se l’impiegato ne devia la rotta con un colpo di testa o acchiappandoli con le mani, certo però dev’essere uno sportivo, dunque puntate su questo nel curriculum, e non sui corsi di informatica).
I lavori strani crescono con l’aumento delle nevrosi e bizze dei consumatori , ma ci sono sempre stati, specialmente in Sicilia. Ricordate le prefiche e gli orfanelli pagati per piangere il morto, e aggiungere pathos al funerale ? E il venditore di ghiaccio a domicilio, prima che il frigo facesse il suo ingresso trionfale in cucina ?
Senza forzare troppo la memoria – come mi scrive Francesca P. - davanti all’ufficio Anagrafe di Catania sino a pochi anni fa c’era lo scrivano dei documenti, per aiutare gli analfabeti e i frettolosi in richieste e pratiche.
Tino V. ricorda anche un’istituzione storica catanese come Pippo Pernacchia, che produceva sonore pernacchie su commissione con destinatario e luogo preciso, insomma un pioniere del marketing dell’oltraggio.
E poi ci sono tutti quei porta-mestieri come portavoce, portaborsa, portafiori al cimitero, porta-spesa, porta-ombrelloni , porta sdraio e insomma tutti quei lavori inventati per marcare le gerarchie sociali fra il sopra e il sotto, il prima e il dopo (Massimo esempio l’Assaggiatore- cavia, per testare cibi eventualmente avvelenati. Oggi si chiama Tester).
E poi i lavori di massima creatività, come l’estortore che si fa pagare dal commerciante per garantirgli che NON gli brucerà il negozio, il che è come dire : pagami e in cambio io Non lavoro, cioè Non ti metto una bomba, Non ti rompo la vetrina, ecc.
Ma il lavoro più gentile, forse nato a compensare l’umiliazione del portaborsa , lo fanno nel Sud certi ragazzi svelti specialmente operando con donne anziane, o solo stanche (ad esempio dopo una fila alla Posta). Le alleggeriscono della borsa, e si chiamano scippatori.
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Il chirurgo delle bambole e chi cerca capelli perduti
agosto 11, 2010 at 1:20 pm (Senza categoria)
Se vuoi fare molta schiuma sul set, basta usare nel boccale di birra una cannuccia a tre canne. Un colpo lucroso di genio, brevettato da un inventore di effetti speciali per la pubblicità.
Lo ha conosciuto Giovanna e me ne parla su Facebook. Ricordate l’Oblò sui mestieri strani ? Il tema intriga e avviluppa. Ecco, grazie a lettori de La Sicilia e di Fb, qualche idea per disoccupati o dipendenti annoiati, vogliosi di inedite chances.
Rosario ha fatto il Cyrano per anni, da ragazzo, scrivendo lettere d’amore conto terzi. Bastava qualche lettura giusta, un paio di citazioni, prelievi e innesti ben fatti da romanzi e poesie. Il servizio funzionava, i più richiesti erano gli acrostici col nome dell’amata, e fruttavano pure audiocassette in cambio. D’altronde è servito anche a lui, visto che adesso fa lo studioso di letteratura.
Restando in campo di scrittura, Valeria suggerisce il copiatore di assegni, e Luigi (restando in campo di truffa) ha una sua testimonianza : lo Spolveratore umano. E’ molto praticato a Napoli, gli scugnizzi ti assestano qualche colpetto svelto sulle braccia con le loro manine, e tu sedotto da quei musini dolci – mentre dicono di toglierti la polvere – non ti accorgi che perdi il portafogli.
Fortunato ha un ricordo romantico, il chirurgo delle bambole. Smontava i corpi e riparava braccia storte, rimetteva la testa sul collo, gli occhi al posto delle orbite vuote. Erano omini gentili e silenziosi, sembravano usciti da un racconto di Hoffmann, peccato non esistono più. D’altronde le bambole, come tutto il resto, raggiungono sempre sane e intere l’aldilà del cassonetto. Fortunato racconta pure del raccoglitore di capelli caduti, per farne scope o cos’altro. Sembra folle e spettrale, ma in India esiste ancora, per le parrucche.
Infine, giusto in pendant col Cyrano, il Troncatore erotico, chiamato per mettere fine a una relazione. Molla per te il fidanzato ingombrante, basta rivolgersi all’agenzia. In Giappone, come racconta Gherardo, lavorano alacremente. Forse in Italia c’è ancora posto, ma domani continua il concorso di idee.
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Se sbagli sei un genio. Il festival dell’errore.
agosto 6, 2010 at 7:56 am (Senza categoria)
Lo sanno tutti. Stavano studiando un farmaco contro l’angina ed è venuto fuori, bel bello, il Viagra. D’altronde già sessant’anni prima il mitico Lsd venne dal sogno di curare la sterilità.
I mostri della ragione generano sogni, per così dire. Cioè sbagliando si impara, e la penicillina Fleming l’ha inventata per sbaglio, dimenticando una coltura di batteri e trovandola uccisa da una muffa benefica.
E’ partito da qui, sicuramente, un festival nuovo e bislacco, cioè il festival più democratico del mondo, dove tutti hanno diritto a concorrere e a essere premiati con una bella corona in testa : il Festival dell’errore, appena tenuto a Parigi nella sede dell’école normale supérieure per rassicurare tutti che sbagliare è sano.
Invero, l’obiettivo era quello di motivare i ragazzi francesi allo studio, sempre più negletto, delle materie scientifiche, mostrando loro che anche i geni sbagliano, e non bisogna temere le proprie debolezze.
Ma da qui a sostenere che più sbagli più diventi genio, e gli errori sono solo eccessi di fantasia, e per questo non vanno rimossi e censurati, ma incoraggiati perché sintomo di creatività, beh non saprei. Sono dunque geni i nostri politici che sbagliano intestazioni e cifre sugli assegni, e quelli che sbagliano sui testi di legge, sia a interpretarli che a rifarli? , e tutti i professionisti che sbagliano sui redditi denunciati, sulle tasse pagate, sui contributi incassati per cose diverse ? Quanta genialità scorre nascosta fra noi, dentro le casse comunali fantasiosamente dirottate da un servizio pubblico a una tasca privata !
Mah. Il nostro Paese improvvisamente si rivela un pianeta di geni, maghi della sorpresa, esploratori del doppiofondo. Quanti geni fra i presentatori in Tv che sperimentano nuovi usi dei verbi, e fra gli autori di romanzi che ci sommergono di strafalcioni e idiozie.
Aiuto, lasciamo ai francesi le loro Sagre dello sbaglio, teniamoci stretti i nostri festival della salsiccia e della zucchina !
p.s. Dimenticate Fleming e tutto il resto. E se qualora vi a piaciuto quello che io scrivessi, beh siete in serio pericolo.
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Vita mondina o mondana. Le rane di Marta Marzotto
agosto 6, 2010 at 7:53 am (Senza categoria)
Lei non crede nelle favole, ma si attornia di rane draghi e serpenti. Non conosco persona più fortunata di lei, che pure non crede nella fortuna, ma in un misto di casualità e cervello. Ho (pubblicamente) incontrato Marta Marzotto e ho capito perché questa “vecchiaccia con la faccia di squaw”, come lei si definisce scherzando sulle rughe, si veste come un santone, indossa diademi e mette le rane sui gioielli. Vengono insieme, lei il resto, da un fronte magico.
“Da piccola stavo nelle risaie – racconta – e il riso pungeva, e fra i piedi c’erano le bisce e i topi. E poi la notte raccoglievo le rane, le mettevo nella sacca che mi legavo in vita, ma le rane saltavano e ti venivano in faccia… allora ho imparato il trucco per non farle scappare”.
Il segreto, tagliargli le zampe. Ma senza buttarle. Poi a casa le scuoiavi, e gli tagliavi la testa. Le vendevi al mercato a 100 lire al chilo. E con le teste e le zampe, mischiate al mais, facevi il pastone per le oche.
Mentre racconta queste cose, negli occhi stretti della contessa passa un lampo di orgoglio. Si guarda i piedi, grandi e solidi. “Per anni ho fatto questo incubo, quei piedi avvolti dalle bisce”.
Dalle risaie alle risate, e infatti ride quando penso al rospo che diventa principe, se gli dai un bacio. Ancora giovanissima comincia a fare la modella, così conosce il conte Marzotto, scoppia l’amore e tutto il resto è cronaca. Ma tra vita mondina e vita mondana il filo non si spezza, non dev’essere spezzato, ed è questa la grande risorsa di Marta, la capitalizzazione del ricordo. Il senso dei piedi e delle mani. Perché il corpo ricorda, e capisce, come dice Grossmam. Il corpo conserva la sua memoria anche se non lo sa. I suoi piedi hanno ancora il ricordo delle pietre e delle bisce, e sotto i grandi anelli, nelle sue mani nodose, c’è la memoria delle spine e delle viscere delle rane, e c’è la sveltezza, la capacità di prendere, ghermire, avvolgere, e dunque di stringere, e accarezzare che fanno poi lo stile, simbolico e non, della sua vita. Predatorio e generoso, aereo e famelico. Come lei stessa ammette. Magico e vorace. E se non è favola, questa.
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Sapere di sale. Sapere di mare
agosto 6, 2010 at 7:51 am (Senza categoria)
I libri in spiaggia li abbiamo sempre portati, e pazienza se la copertina si accartoccia o diventa gialla e untuosa. L’ombrellone è complice, e il mare induce.
Ma parlare di un libro in spiaggia, debitamente seduta e vestita, con microfono e presentatore davanti a gente seminuda, con capelli bagnati o un ghiacciolo in mano, non l’avevo mai fatto. E’ appena successo in Puglia, per il Festival Spiagge D’autore, e vi assicuro che è una sfida.
Come si fa, ti chiedi stordita e perplessa alle 11 e mezza, appena arrivata al Rilcado Beach di Chiatona (in provincia di Taranto), col sole che infuria secondo natura, a privare la gente anche solo per un’ora, di tuffi, docce e sole, cioè del piacere dovuto ed elementare del lido, per ascoltarti mentre parli dei tuoi libri ?
Eppure, potenza dei libri e delle parole, succede. Prima arrivano i più determinati, quelli che davanti alla parola libro comunque si accendono, poi si aggiungono i curiosi, gli anziani desiderosi solo di sedersi, poi una mamma col bambino applicato al suo gelato, coppie di fidanzati, signore con cappello e adolescenti annoiate, ma anche uomini stuzzicati, perplessi, o contenti già di mostrare il torace sodo e abbronzato. Si siedono per prova, per fare qualcosa di diverso, per dire Vediamo che succede. E poi restano lì, divertiti, e si avvicinano altri, e anche chi resta nella sdraio o è seduto al bar tende l’orecchio, ammicca e segue le nostre parole.
Sapere di sale. Funziona. Saperi e i pensieri che scorrono lievi come sabbia, con leggerezza. La gente chiede, commenta, si confida, ringrazia. In Puglia, per questo brillante festival organizzato dalla Regione (e diretto dal regista Cosimo Damiano Damato) con 250 scrittori dal mondo e 150 incontri disseminati per ben tre mesi sulle spiagge (!) hanno cooperato la Confcommercio, l’Ali (Associazione librai italiani) e il sindacato italiano balneare. Promozione della lettura, certo, ma anche del territorio e del turismo. Un buon modello per risollevarci, e stare insieme in armonia. Castelli di sabbia. Contro i castelli di rabbia.
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“Marito in affitto” fra tubi e pistole
agosto 4, 2010 at 9:53 am (Senza categoria)
Si chiama “Marito in affitto”, e se state pensando a imbarazzanti doveri coniugali siete (maliziosamente) fuori strada. Il nuovo mestiere, già molto richiesto nel Nord del Paese, implica ben altra e spesso più utile professionalità. Il marito in affitto lo chiami e prenoti per mezza giornata o più giorni, a seconda delle tue esigenze, e senza farsi pregare fa quello che sogna ogni donna, e lo fa nel migliore dei modi, con efficacia e tempestività, senza borbottare o inventare scuse, senza recriminazioni e bugie, e soprattutto senza lasciare l’azione a metà per piantarsi su Internet con la scusa di una pausa relax.
Il Marito in affitto fa questo, infatti : riassesta lo scarico della lavastoviglie, spara il silicone nelle fessure infide, stucca e ridipinge muri e spazi sfibrati, cambia il portalampada all’abat-jour accecato, pianta i chiodi e i mitici rampini, fende arbusti e dissotterra erbacce, insomma sfodera armi di antica e indubbia seduzione, come martelli, pinze, trapani, cesoie, pistole spara-colla, tenaglie. In mezza giornata, senza blaterare e infierire contro i bulloni sbagliati, senza maledire la fabbrica costruttrice dell’oggetto guasto, senza fumare otto sigarette facendo cadere la cenere sulla lavatrice, rimette la casa in asse.
Resta da chiedersi, a questo punto, dov’è la novità. I factotum, quegli artigiani tuttofare specializzati in niente ma versati in tutto, mezzi muratori e mezzo idraulici (ma all’occorrenza anche pittori), ci sono sempre stati, necessari e fedeli a intere famiglie e anche a tre generazioni, di solito onesti e simpatici, ma capaci soprattutto di quella visione olistica della casa che li rendeva unici e insostituibili.
Col tempo sono spariti, i figli hanno scelto altre cause.
Adesso sono tornati e si chiamano con altro nome. Mariti in affitto.
Un significato, più o meno simbolico, ci sarà, no? La mia amica Silvana ne è convinta. Fanno quello che dovrebbe fare un buon marito, ed è questa la vera categoria in estinzione.
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Casalinghe disperate ma soprattutto razziste
agosto 4, 2010 at 9:51 am (Senza categoria)
Angie è in pericolo, e Gabrielle deve parlare col marito di lei, ricoverato in ospedale. Ma la bloccano all’ingresso, non è orario di visite. Se conoscete Gabrielle, la vulcanica-ispanica del gruppo di Desperate housewives, sapete che non si perde d’animo. E cosa fa per battere il garbato rigore dell’infermiera?
Si trasforma. Regredisce. Si animalizza. L’urbanissima ex modella si caccia in bocca una gomma, alza la voce e comincia a sbracciare come un’ossessa. Masticando a bocca aperta fa la parente del boss e con accento inequivocabile dichiara che ha fretta e deve entrare subito, perché a casa i bambini l’aspettano, e deve friggere le melanzane e schiarirsi i baffetti.
Questo è successo nell’ultima puntata, ma non è la prima volta che nel pur amabile sceneggiato quando si tratta di mettere in scena un po’ di zoticume e di “colore” si ricorre all’italiano, meglio se del Sud.
Tempo fa era successo a Bree, che si finse italiana per piazzare ai clienti un menu italiano. Ma non era credibile, effettivamente è una raffinata, e infatti loro le dicono “Che strano, non si sarebbe mai detto !”
D’altronde è lei stessa a dire alla vera italiana del gruppo, Angie l’ex terrorista, che la trova “così pittoresca…”.
Insomma, poveri italiani. Mai stati così in basso nella considerazione e nel set di tutto il mondo. Sporchi, tarchiati e zotici ovunque, in Tv, persino in serial politicamente corretti come Willy & Grace, persino nei mitici Simpson, dove il cuoco e il poliziotto sono italiani rustici e grossolani, e a ogni buon conto non manca il mafioso doc. Siamo tutti Sopranos, insomma. Tutti sempre sopra il rigo, prevaricanti o lamentosi, rancorosi o petulanti. Parlata rozza, fisicità espansa ed esibita, gestualità pesante, occhio allusivo e minaccioso.
D’altro canto, non siamo stati noi italiani i primi a puntare sul folk, sul colore, sulla cifra tardo-esotica del Sud (meglio se venata di primitivismo), perché è quella che vende di più, nel cinema e in letteratura ?
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I piedi delle donne mutilati nei secoli
luglio 30, 2010 at 12:58 pm (Senza categoria)
I tacchi alti piacciono molto alle donne indiane, ma non essendoci abituate soffrono. E’così che per le più abbienti i chirurghi hanno escogitato un plantare d’eccezione: iniettano sotto la pianta un po’ di acido ialuronico e con 300 euro hai il piede protetto per sei mesi .
Per sentirsi e risultare più attraenti, le donne sono capaci di sottoporsi a qualunque sevizie, ma questi piedi oggi ci portano più lontano dei soliti discorsi di genere, e fanno male davvero. Ci portano ai piedi delle donne cinesi, ad esempio, di cui non si parla abbastanza, e mai col dovuto orrore. Perché la pratica di fasciare i piedi delle bambine, attiva in Cina dall’anno mille sino al 1928 (!) – quand’è stata sospesa grazie a una (tardiva) disposizione ministeriale – è quanto di più barbaro e spietato si possa immaginare. Lo sapete che alle bambine di cinque anni il piede veniva fasciato – con bende larghe cinque centimetri e lunghe tre metri – arcuandolo in modo che le dita toccassero il tallone, per ridurre il piede a una specie di palla ? L’obiettivo era simulare una luna, e per modellarne la punta si lasciava l’alluce libero. Erano frequentissimi i casi in cui si bloccava la circolazione sanguigna e il piede perdeva non solo la sensibilità ma di fatto “moriva”, cadevano le dita o andava in putrefazione.
Il motivo di tanta e tale violenza ? La scellerata e vergognosa applicazione di un modello estetico (introdotto a corte e poi diffuso in tutte le classi sociali) che vedeva nel piede minuscolo, decantato in poesia già prima dell’era di Confucio, l’incarnazione del “loto d’oro” cioè il simbolo della grazia femminile. Anzi, il piede inabile veniva considerato un segno di privilegio, perché a causa della mutilazione le bambine e poi donne non potevano camminare da sole, né lavorare, ma solo muoversi poco e a piccoli passi, sorreggendosi sui muri e sulle braccia maschili. Un modo facile per segregarle e sottometterle, salvo poi, nell’intimità, farle oggetto di venerazione baciando quei piedi inerti , ridotti a mozziconi.
Guardatevi i piedi, donne. E da tutto ciò che inceppa il cammino.
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Nuovi snob di massa, cioè gli esteti del cibo
luglio 30, 2010 at 12:57 pm (Senza categoria)
Cucina regionale e cucina fusion (cioè il contrario). Cucina esotica e cucina erotica, cucina fredda e cucina tiepida, e poi piatti pronto-effetto, piatti romantici, adescatori e concupiscenti.
I corsi di cucina spuntano dietro ogni angolo, di cottura e non. E le vacanze, per chi le fa, sono un’ottima occasione per mettere le mani in pasta abbinando viaggi e lezioni di eno-gastronomia. Non si sono mai visti in giro tanti cultori del palato, esperti in papille gustative. E tante degustazioni, tanti assaporamenti, assaggiamenti, annusamenti. Non si è mai parlato e scritto tanto di cibo, a tavola mentre si mangia (che strazio!), in riviste libri e telegiornali…Sembrerebbe che tutti, anche i nostri amici che prima facevano la spesa di fretta al Despar, e che al massimo della raffinatezza compravano pasta Giovanni Rana, si siano trasformati in raffinati esperti di filiere orti e bouquet. E che dire di quelli che al ristorante si mostrano fini e commossi conoscitori (anzi frequentatori) di vini, ne declinano genealogia e vicende biografiche, e se non cambi discorso (che noia!) ti raccontano dove nascono e dove si trasformano (i vini, non loro) scuotendo appena la coppa, annusando ispirando e stringendo il naso con vago e incongruo cipiglio ?
Pare, dicono, che gli esteti della gola siano una specie trasversale, che viene da destra e da sinistra, e comunque mette tutti d’accordo, snob e alternativi, perché fa insieme status e impegno, moda e memoria, aiuta l’ambiente e l’economia locale. Potenza ecumenica delle mitiche sagre del carciofo?
Sarà. Qualcuno dice che quest’aristocrazia- di massa- del gusto nasce da un bisogno diffuso di compensazione, di sentirsi vivi più che mai, di emozionarsi nonostante la crisi e la dieta. Insomma vogliamo gustare di più perché abbiamo paura.
Paura di perdere i sensi. Tutti e cinque, non solo il gusto.
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Il divorzio è contro natura. Parola di un frigorifero
luglio 29, 2010 at 7:33 am (Senza categoria)
Un sospetto lo avevo, ma ora ne sono certa : il divorzio è contro natura.
Dividersi è quanto di peggio possa fare una coppia nei riguardi del mondo, insomma è antiecologico. Avete idea di quale spreco energetico infligga all’ambiente ogni divorzio ? E non parlo delle energie consumate in litigi, urla, rappresaglie e ritorsioni, ma dell’energia elettrica.
Una volta scoppiati (in tutti i sensi) infatti gli ex coniugi andranno a stare in due appartamenti, attivando due frigoriferi, due lavatrici, due impianti hifi, due impianti di riscaldamento e aria condizionata, e tutti sanno, per fare un esempio, che un frigorifero o una pompa di calore consumano la stessa energia se li usa una famiglia o un single.
E che dire della dannosa espansione urbana provocata dalla richiesta di nuovi appartamenti ? E lo spreco d’acqua, visto che lavatrici e lavastoviglie impiegano comunque la stessa quantità di risorse idriche ( e di elettricità, nonché di detersivi) ?
Gli ambientalisti americani hanno pure fatto qualche conto, cui in attesa di dati italiani attingo con allarme. Negli Usa i divorziati consumano 73 miliardi di Kilowattora di elettricità e 627 miliardi di galloni d’acqua (dove un gallone sta per 4 litri), andando a occupare 38 milioni di vani aggiuntivi con tutto il carico di illuminazione e riscaldamento.
Insomma, più contro la natura di così.
Che dire poi dell’impennata consumistica dovuta ai bambini, che si ritrovano con due camerette, doppi passeggini, doppi fasciatoi, doppi computer e doppie Play station, tutti prossimi rifiuti non riciclabili e ingombranti, dal certo danno ambientale ?
Il divorzio costa e inquina. E se sei verde e pacifista, è più grave. Al Gore, premio Nobel per la pace e appena divorziato dopo 40 anni di unione, è stato accusato nei blog americani di “alto tradimento della causa ambientalista”.

terça-feira, 10 de agosto de 2010

Progetti di ricerca del gruppo

Projetos de pesquisa:


Projeto de pesquisa SIGMA –UFRJ 1281203/2005 Área Básica 80200001 – LETRAS Viagem, Exílio e Migrações
Objetivo: O Projeto "Viagem, Exílio e Migrações" analisa textos ligados à literatura italiana e à literatura universal, a partir dos conceitos de viagem, exílio, migrações, buscando focalizar a relação entre língua materna e língua de adoção, a presença e/ou recalque do próprio e/ou do estrangeiro, a noção de fronteira e de limite entre outros temas que envolvem movimentos de passagem no tempo e no espaço. O fulcro da análise deverá recair sempre sobre o texto e seu particular modo de representação, seja ele uma obra de arte (por exemplo a relação pintura/literatura), um evento histórico (por ex. a Shoah dentro da literatura de testemunho) ou a própria literatura enquanto singular objeto da realidade. Local de Realização Universidade Federal do Rio de Janeiro


Coordenação do Grupo de Pesquisa “Viagens: entre literaturas e culturas “(junto com Susana Kampff Lages) Ano de formação: 2006 Linha de Pesquisa: Estudos de tradução e estudos interculturais Palavras-chave: literatura comparada; migrações; tradução; viagem;
Objetivo: O objetivo é a investigação de questões referentes ao processo de tradução ou a relações interculturais, sejam elas de caráter teórico, estético ou literário. Pretende-se ainda refletir sobre fenômenos de ruptura, provocados pelo confronto entre línguas e culturas, assim como eles se manifestam esteticamente na arte e na literatura.
Repercussões dos trabalhos do grupo 1. Organização do simpósio "Escrita da viagem e viagens da escrita" no âmbito do X Congresso da Abralic, realizado de 31.07 a 04.08. 2006, na UERJ. 2. Organização da "Jornada Guimarães Rosa -50 anos da publicação de Corpo de Baile e Grande Sertão: Veredas", realizado dias 14 e 15 de setembro de 2006, na Universidade Federal Fluminense. Simpósio Escritas de Babel II no IX Congresso Jornadas Andinas de Literatura Latino Americana (JALLA) 2 a 6 de agosto de 2010 - Instituto de Letras da UFF - Campus do Gragoatá, Blocos B e C, 4 de agosto Niterói- Rio de Janeiro. http://www.proppi.uff.br/jalla/sites/default/files/PROGRAMA_-_VERSAO_DEFINITIVA.pdf.

riunione 10 agosto preparazione Colloquio 1

riunione 10 agosto preparazione Colloquio 1

presenti:
Alline
Carol
Daniela
Luana
Nayana
assente: Silvio

+ Anna Basevi (post laurea)

Sí, il disegno è di Kafka. Ma non disperatevi, c´è sempre una via d´uscita!



Ciao a tutti,

Ripeto in primo luogo le indicazioni già date:

é INDISPENSABILE avere un testo PRONTO per presentarlo al Colloquio del 23-25 agosto
Mandatelo entro sabato!!!
Così lo posso leggere e(forse) posso fare qualche osservazione. Deve essere un testo completo... Potete mandare anche ilPower Point, ma il testo deve essere comprensibile.

Abbiamo stabilito di rivederci mercoledì 18 agosto, alle 11, al Dipartimento (se non combiniamo un appuntamento diverso). Ognuno presenterà il suo testo, con i 10 min regolamentari.
Ho visto la Claudia Fatima, Vice-Preside, e su suo consiglio ho aperto una disciplina che si chiama “iniciação”, che ha 4 crediti e 30 ore di lezione. Insomma: un credito in più. Ho iscritto tutti voi ! Naturalmente, poi dovremo vedere quando realizzare le “lezioni-riunioni”

Mi sono scordato di chiedere l´uso di Power Point. Qualcuno lo può fare (a Sandra del Laboratorio, oppure a Denise della Segreteria)? Ci dovrebbe essere Power Point e Data show per tutti...

Attenzione al Power Point e alla compatibilità (facciamo lavorare Daniela) per trasformare il Power Point in JPG o altra cosa. Fatevi una copia stampata.

Se avete dei dubbi, chiedete a me oppure sentitevi tra di voi.

Alcune dritte per la presentazione


1. power point (con immagini da commentare e temi secondari non presentati in pubblico, da sviluppare se si sviluppa una discussione).

2. Un testo che voi NON LEGGERETE, ma che vi servirà di appoggioo con
a) commento dei quadri del Power Point
b) sviluppo di temi paralleli

3. Per il tema e lo stile con cui scrivere: dovete centrare un tema, un´immagine, un a questione DEFINITA, una cosa che vi stia a cuore. Una cosa che ritenete essenziale. Se non stabilite un legame PERSONALE con le cose da studiare, sarà sempre più che noioso!!!
L´importante è avere chiare quelle frasi che scrivete sul Power Point e che volete elucidare.

4. Aggiungete una BIBLIOGRAFIA, con almeno 4-5 libri (e al massimo una decina)

Non siate burocratici! Non partite da una panoramica, un riassunto, un contesto storico (è sempre noiosissimo). L´ideale è che partite (epigrafe, introduzione) da una questione centrale: faccio degli esempi a caso.... (per divertirmi)
Nayana: senza internet non si puó vivere, lo dichiarano ormai vari scrittori. Senza internet non c´è accademia.
Oppure: "Abbiamo tutti la sensazione che l´internet porti una valanga di nuove informazioni, una contemporaneitá di visioni e permetta così l´avanzare della democrazia e dell´obiettività. Sono alcuni gli autori, che richiamano l´attenzione su un ruolo limitativo dell´internet. Riusciamo a approfondire il testo che riceviamo a valanghe? ..."
Silvio: non è evro che poesia è sempre in forma di rosa. Poesia puó voler dire rivoluzionare il mondo, trasformarlo in maniera decisiva. ´´E questo – grosso modo – il pensiero di Lello Voce
Oppure: Creare poesia, per Lello Voce è fare cose, trasformare il mondo...(e dare degli esempi di questa visione radicale)_.
Daniela: da sempre l´uomo ha avuito paura della morte e la morte ha accompagnato la storia. Ma seguire il cammino della morte ci puiPo essere utile, per ricostruire la storia.
Alline/ Carol: Umberto Eco, scrittore dell´opera aperta, potrebbe essere conosciuto piuttosto come scrittore del limite. Non solo per aver scritto il limite dell´interpretazione, quando perché già nell´opera aperta si trovanmo elementi della futura ruitrattazione (o involuzione).
Oppure: "Al contrario di quello che potrebbe essere ovvio, il primo testo di Umberto Eco, opera Aperta mostra evidenti limiti: una restrizione chiara dell´autore, che poi sarà sviluppata in un testo tardio, I limiti dell´interpretazione".
Luana: uno dei motivi dell´interesse per il Decameron (le dieci giornate, con 100 novelle, scritto verso il 1350 da Giovanni Boccaccio) è il suo erotismo. Erotismo nel testo che si puó leggere oggi come erotismo del testo. Un testo erotico, che attrae
Oppure: “é curioso pensare a un libro del ´300, di 700 anni fa, come testo postmoderno. Il Decameron però ci presenta delle situazioni contemporanee, é un libro molto spinto e cio fa riflettere sulla costruzione del testo e il suo smontaggio...
Anna (pós). Il discorso è più lungo. Il tema centrale è certamente la contraddizione fra esprimersi in una lingua tramite una forma letteraria (dunque, una iperscrittura, rispetto al concetto di “realtà”, una scrittura che viene sopravvalutata) e non poter esprimere qualcosa che va al di là di qualsiasi immaginazione e di qualsiasi descrizione precedente della letteratura.


Ciao,
Andrea



sexta-feira, 16 de julho de 2010

I testi del Colloquio

Metto qui i testi del Colloquio, perché cosí potete fare dei commenti. Anzi ! Mi aspetto dei commenti da parte di tutti ! Il piano è avere fra una settimana un abbozzo (un´insieme di annotazioni, con commenti parziali, citazioni possibili...). Cioè il 23 luglio.
Fra due settimane, aver letto tutta la bibliografia che vi siete proposti (un libro, vari capitoli di altri libri). Per il 30 luglio
In principio, faremo la nostra riunione il 3 agosto, in modo da vedere concretamente lo stato della ricerca. Attenzione: se volete, potete mandarmi dei dubbi e io vi posso aiutare da lontano...
Ciao
Andrea
1.

Alline Gonçalves DRE:107408519 (Iniciação, Estudos Literários/Italiano/ sem bolsa) , Caroline Santos Machado DRE 108061491 (Iniciação, Estudos Literários/ Italiano/ sem bolsa)

Orientador: Prof. Dr. Andrea Lombardi

Umberto Eco e a Interpretação Infinita

O objetivo deste trabalho visa analisar o conceito de interpretação no texto literário e seu desenvolvimento e abertura realizada ao longo da década de cinqüenta e sessenta, até alcançar uma intervenção sempre maior do leitor, como aparece finalmente no texto Obra Aberta, de Umberto Eco, de 1963. Com base na “Teoria da Formatividade”, de Luigi Pareyson (que foi Professor de eco e de outros luminares italianos), que entende o texto como um objeto em contínuo processo de construção por parte do leitor, cuja participaçao ativamente da leitura em meio ao ato interpretativo ée por ele considerada fundamental, Umberto Eco estrutura sua abertura a partir da fruição do leitor. Mesmo assim, estão presentes os limites que estariam prefixados pelo autor. Desta forma, colocam-se em oposição dois conceitos: o da fidelidade e o da liberdade.
A partir de uma releitura do texto de Umberto Eco, esse estudo propõe repensar o leitor como aquele que é totalmente responsável pelo processo de interpretação. Cabe nessa pesquisa verificar, particularmente na leitora da Obra Aberta, até que ponto ao leitor é concedida uma verdadeira liberdade de fruição ou em que medida o processo interpretativo é sistematizado e predeterminado pela obra prévia do “autor”. Pretende-se investigar até que ponto se realizou na obra de Umberto Eco uma mudança de perspectiva, com um deslocamento entre a abertura e os supostos limites da interpretação, que norteam sua obra posterior.
2.
Daniela González Alvarado (Iniciação, Estudos Literários/Italiano/ bolsista) DRE 106072802
Orientador: Prof. Dr. Andrea G. Lombardi


Santo Agostinho, um “Precursor” de Dante e sua Representação da Morte

Este trabalho tem como objetivo compreender elementos da representação da morte na Idade Média através da analise de dois livros de Santo Agostinho, séc‘De cura pro mortibus gerenda’ (‘O cuidado devido aos mortos’) e as ‘Confissões’. Trata-se de textos que serão fundamentais para o estudo da obra do poeta italiano Dante Alighieri, nove séculos depois, segundo alguns críticos significativos: Giuseppe Mazzotta, John Freccero e Giorgio Agamen. Para Santo Agostinho a idéia de salvação realòiza-se por intermédio da soberania de Deus,que recebe um peso decisivo, embora contem os atos em vida do homem, desde sua infância até depois da morte.
Encontramos, portanto, uma relação com a morte e o caráter autobiográfico dos textos de Santo Agostinho que nos remetem ao posterior desenvolvimento em Dante Alighieri e Giovanni Boccaccio: a partir dessa nopva visão da morte que surge – essa é a hipótese dessa pesquisa – haverá uma transformação (via livre-arbítrio) do homem.
A partir dessa perspectiva, esta pesquisa tem por finalidade identificar nos pensamentos de Santo Agostinho uma primeira tendência de separação entre alma e corpo. Como é que o desejo humano da eternidade e o conhecimento da graça divina pode propiciar o preparo de sua alma e de seu corpo em vida, fazendo uma boa utilizaòàao de seu livre-arbítrio, que seria compreendido como uma forma de libertação do pecado.
3.
Luana Ribeiro Monteiro (Iniciação, Estudos Literários/Italiano/ bolsista) DRE: 10.80.61.580
Orientador: Prof. Dr. Andrea Lombardi

O Erotismo no Decamerão: entre Literalidade e Metáfora

O Decamerão de Giovannni Boccaccio expõe o tema do amor visando ultrapassar o conceito da tradição (do Dolce Stil Novo e do próprio Dante). Um amor mais sensual, ligado ao corpo e, de forma explícita, ao ato sexual. Metáforas e literalidade se confundem continuamente no texto. Queremos aqui aprofundar a leitura da novela décima da terceira jornada: lá uma linda e inocente menina de nome Alibeque, que por volta de seus quatorze anos buscava o melhor modo de servir à Deus, se envolve com um eremita até chegar ao ato sexual.
Visto de uma perspectiva tradicional e conservadora O Decamerão foi considerado um livro transgressivo e colocado no índice dos livros proibidos pela Inquisição, com acusações de pornografia. De fato o autor expõe o corpo humano e seus prazeres, mas não há pornografia, pois não há (etimologicamente, do grego) uma “escrita da prostituta”. Há mulheres alçadas a uma posição mais nobre e que se rebelam, utilizando o moto de espírito, ou seja: frases arguciosas, uma nova retórica que Boccaccio inventa. Na verdade, o caráter do texto é erótico e também licencioso: um amor “sem freio” envolvido pela sedução.
Para Barthes (em Fragmentos de um Discurso Amoroso), a sedução é um “episódio ... no decorrer do qual o sujeito amoroso é “seduzido” (capturado e encantado) pela imagem do objeto amado”. Podemos pensar, portanto, que o leitor seja seduzido pela imagem, ou melhor: pelo texto. Alibeque e outras personagens das novelas são para o leitor principalmente metáforas, embora tenham as cores das “personagens literais”: elas seduzem o leitor e o aproximam do texto. No Decamerão o amor é uma força que move o homem, uma lei da natureza (Intr. à IV Jornada). Trata-se de algo que é mais forte do que qualquer outra força. É um desejo natural e uma fonte de prazer. É algo intrínseco do ser humano, um sentimento terreno que pode trazer tanto a alegria, como o sofrimento. E como todas estas metáforas, faz o leitor se envolver e criar imagens.
4.
Nayana Montechiari Crescencio (Iniciação, Estudos Literários/ Italiano/ bolsista 2010/1) DRE: 108031352
Orientador: Prof. Dr. Andrea G. Lombardi

Repensando a Leitura e a Escrita Através dos Meios Digitais


Esta pesquisa propõe repensar as novas formas de escrita e leitura digitais através dos textos digitais e digitalizados disponíveis na rede Internet, em suas ferramentas inovadoras (sites de bibliotecas digitais, blogs e toda forma de literatura digital). Segundo Raul Mordenti (L’ Altra critica) é necessário que a Academia e os intelectuais repensem a leitura e a literatura como um todo, pois os textos digitais e digitalizados disponíveis na rede Internet modificariam sensivelmente o panorama dos leitores. Pesquisamos e catalogamos diversos sites de bibliotecas digitais, revistas digitais e material literário digitalizado, disponibilizando-os em nossa página http://www.italiano.letras.ufrj.br/ criada com o intuito de abrir espaço para o diálogo sobre estas ferramentas inovadoras. Começamos um ciclo de entrevistas, com o autor de L’ altra Critica e com Yakuy Tupinambá, representante dos povos nativos, engajada nas redes virtuais. Iniciamos a pesquisa com a famosa condenação de Platão à escrita, em seu diálogo Fedro. Nos primórdios da Era Digital, com Vilém Flusser em A escrita – Há futuro para a escrita? (2010), repensamos a escrita e os novos códigos digitais, o texto desde Gutenberg (invenção da prensa) até a Internet. Seguindo nesta linha de pesquisa, buscamos desvendar um possível diálogo entre as formas de leitura e escrita tradicionais e digitais, na tentativa de reestruturar o pensamento sobre a produção literária. Um texto escaneado pode ser considerado um texto digital ou seria apenas um texto digitalizado? A escrita digital continua pertencente à forma linear da escrita alfabética, “percepções auditivas”, ou deverá ser considerada um código binário, “percepções óticas” (Flusser)? Um texto digital facilita ao leitor uma leitura aprofundada, abrindo espaço para uma melhor compreensão, comentários e propagação de sua informação? A leitura e a escrita digitais facilitam, ao leitor/escritor, a produção literária? Talvez haja uma perspectiva diferente a ser confirmada: entre leitura e interpretação propriamente ditas e processo de difusão e recepção das notícias que democratizam o processo.


5. Silvio de Oliveira Gomes (Iniciação, Estudos Literários/Italiano/ bolsa 2010/2) DRE 109067513
Orientador: Prof. Dr. Andrea Lombardi

A Busca do Poema aumentado.
Um estudo do poema Rap di fine secolo de Lello Voce


A presente pesquisa busca investigar alguns caminhos seguidos pela poesia na atual cena contemporânea particularmente italiana e também pensar sobre seu papel em nossa sociedade, que é fundamentalmente uma sociedade do espetáculo, na definição do crìtico e escritor francês Guy Debord.
A partir do poema Rap di fine secolo [e millennio] do poeta, escritor e performer italiano Lello Você examinaremos quais as atuais possíveis fronteiras do fazer poético, quais experimentações no âmbito da literatura e de outras formas de expressão estão sendo pensadas. Perigo reconhecido da poesia é de se tornar uma forma obsoleta de arte. Será feito um paralelo com o trabalho do artista francês Alex Gopher, que si situa também na esteira de uma produção alternativa e de protesto, nos moldes da beat generation americana. Objetivo da produção de Lello Você e de Alex Gopher é tornar a poesia elemento atrativo da arte contemporânea. Tomando da informática o termo “realidade aumentada” sondaremos se já é possível pensar no termo “poema aumentado” já que as obras dos artistas mencionados acima mesclam diversos elementos artísticos e tecnológicos como a poesia, o vídeo, a imagem, a música, o design visual, a criação coletiva e o paradigma na Interação homem-computador expresso a partir do ctrl-c + ctrl-v. A’ luz da teoria do Gruppo ‘ 63 e da teorização sobre a obra aberta (Umberto Eco) mostraremos a necessidade de intervenção do leitor.

la nostra riunione del 13 luglio/ il Colloquio del 25 agosto

<== Questi siamo noi !!!

abbiamo fatto la riunione il 13 luglio con la presenza di Alline e Carolina, Julie. Il 14 luglio con Nayana, Silvio e Luana e il 15 con Daniela (che era stata male). All´ordine del giorno la presenza sui temi del Colloquio.


L´indicazione principale: prendere il tema deciso per la Giornata di Iniciação e trasformarne una parte, dare enfasi a un problema, dare un taglio diverso. Prendere uno dei problemi che sono sorti e evilupparlo.

In particolare, ho chiesto che tutti pensino a presentare in Power Point, per due motivi:

1. Mettere delle immagini che c´entrino con il testo (e servano ad attrarre l´attenzione del pubblico e a far respirare voi che state parlando, poiché parlare su un´immagine è certamente più facileche parlare di un concetto filosofico !)

2. Utilizzare delle citazioni utili allo sviluppo del ragionamento. Il Powerpoint non puó servire a ripetere delle frasi che vengono proiettate. Deve servire a commentarle e svilupparle a voce.

Oltre a quanto detto in riunione, c´è bisogno che voi scriviate un testo argomentato e chiaro, come se fosse una monografia o, meglio, una recensione, sul tema prescelto.

Ognuno dei riassunti che mi avete mandato sono stati modificati (in tutto o in parte). Ci sono problematiche nuove nei titoli (cosa significa quel determinato concetto?), nelle citazioni che vengono presentate (è tutto chiaro). La struttura deve essere rivista (come è meglio concludere? Con una citazione e una domanda, oppure con una considerazione?).

Bisogna che voi vedete i riassunti e cominciate a studiarli, per tirarci fuori il miiglior testo possibile.

Solo se si adotta una certa mania nei confronti del testo si potrà riuscire a produrre un testo almeno accettabile...

terça-feira, 8 de junho de 2010

8 giugno: Nayana, Daniela, Alline, Carol e ..Luana

abbiamo realizzato la nostra riunione, iniziata quasi puntualmente. Erano presenti: Nayana, Daniela, Alline, Caroline e, con molto sforzo e un po´ di dolore, la Luana (nonostante un morso !).

Ho cercato di esporre in breve qualcosa della mia visione dell´interpretazione e dell´Etica della lettura (a partire dal fatto che Nayana aveva comprato il libro di Hillis Miller, con lo stesso titolo).
In particolare:
le due vertenti della tradizione occidentale in merito alla valutazione sulla scrittura (quella platonica e quella che viene dalla tradizione ebraica o della Cabala: vedere a questo proposto Cabala e crítica di Harold Bloom). C´è un artiocolo mio, che metterò nel mio Blog, su questo aspettto ("Aproposito della traduzione del nome di Dio"). Queste ipotesi sono legate alla visione di Jacques Derrida (Grammatologia) e di altri (Havelock, Ong, ...)
La questione del circolo ermeneutico (Wilhelm von Humboldt e altri), cioè la necessità di fare delle ipotesi (intuitive) e cercare di documentare la loro produttività , per arrivare a una nuova ipotesi... a spirale.
Infine, il problema, fondamentale nel mondo postmoderno, che nonostante tutte le istanze decostruttive o relativizzanti del post moderno, è possibile difendere un´ipotesi di conflitto fra lettore e testo. Cioè sia il lettore che il testo mantengono un´identità, per poter realixzzare il lavoro di interpretazione. Non si verifica una disperisione del senso.

Ogni lettore legge un testo (come una partitura) e da la sua interpretazione. Il testo è slegato dall´autore (non esiste o non è rilevante "l´intenzione dell´autore, perché l´autore ha cessato completamente il controllo sul testo, quando il testo viene publicato).
La lettura equivale a un lavoro doppio di identificazione completa e, allo stsso tempo (paradossalmente) di distanziamento completo. Questo procediumento può portare a perdere il controllo di sé e a impazzire, se non viene fatto con un certo equilibrio.

Alline ha portato una interessante lettuira di Umberto Eco (opera aperta) e i limiti di un pensiero che, visto come una apertura della lettura di Eco, in realtà contiene gli elementi di una delimitazione dell´interpretazione. Cioè il primo Eco già mostra i segni di un Eco posteriore.

Questa lettura, per me è molto importante, poiché dobbiamo imparare a cogliere gli elementi di rottura, le catastrofi del testo (Catástrofe e representação. Org. Marcio Seligmann-Silva e Arthur Netrovski, con un articolo fondamentale di Shohana Fellman: "Educação e crise"). Poiché lo stile è dato dalle catastrofi.

Nayana, invece, si è detta un po´ in dubbio sul tema della sua ricerca (internet e letteratura), che considera tema importante almeno fino alla JIC, ma che pensa di cambiare. Magari studiare Borges (ed io ho suggerito Kafka), poiché Borges e Kafka hanno in comune uno stile del tutto trasparente e ironico, ma che nasconde poi strati ed elementi diversi. Nayana ha consegnato una serie di schede di lettura.

Luana (che è arrivata dopo) ha parlato di alcuni suoi dubbi sulla lettura di una novella del Decameron (Alibech), che ha letto direttamente in italiano.

Anche Carolina ha detto la sua.

Mancano, dunque, di alcuni le schede di lettura.

Abbiamo stabilito per il prossimo martedì 6 luglio la nuova riunione. Ognuno dovrà venire 1) con una prima versione del testo da presentare alla JIC, con elementi iconografici (immagini) e possibilmente già un power point. 2. Con almeno tre schede di lettura nuove (di articoli, capitoli, non di libri interi!). 3. Con alcune idee e problemi "di rottura" sui testi letti.


Mandate, nel frattempo, eventuali notizie della bibliografia che state leggendo, se ci sono libri nuovi o cose interessanti.

Ciao
Andrea
(non correggo questo testo e lo metto così sul blog)

UMBERTO ECO, Opera Aperta Alline e Carol

Alline Gonçalves do Nascimento
Carolina

UMBERTO ECO. Opera Aperta.
Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee.

A obra trata das relações entre a poética contemporânea e a pluralidade de significados com base na Teoria da Formatividade de Luigi Pareyson, que entende a obra como um objeto em contínuo processo de construção por parte do leitor que participa ativamente da leitura em meio ao ato interpretativo.

Em seus escritos Eco aborda a relação entre texto e leitor partindo de um novo ângulo que mostra as várias possibilidades de leitura para um mesmo texto. Dessa forma surgiu na Itália em 1963, o “grupo 63”, movimento que rompe com uma visão tradicionalista do real que acreditava na imutabilidade da ordem mundial, nesse contexto seus escritos nascem de uma manifestação ao conservadorismo vivido na arte italiana que se perpetuou até após a ditadura fascista e propõe uma nova integração entre o público e a arte, que neste caso é a literatura.

“La rottura di un ordine tradizionale, Che l’uomo occidentale credeva immutabile e definitivo e identificava con la struttura oggettiva del mondo. Dovrebbe essere chiaro che quando si parla di ordine e di disordine ( o addirittura di una forma del mondo) non si pensa mai una configurazione ontologica del reale.” (p. 8)

Conceituando a “Obra Aberta” como aquela que permite inúmeras interpretações, essa acepção consolida a atuação do leitor na obra assim como em algumas produções musicais citadas pelo autor como “klavierstück XI di Karlheinz Stockhausen” de forma que o executor escolherá um grupo de notas dentre uma série das quais ele poderia escolher para montar a sucessão musical. Nesse sentido o processo de leitura acontecerá quando o leitor também usufruir desta liberdade que o permite construir sua própria leitura, mas para que isso ocorra deve fazer uma escolha e optar, não pelo texto que acaba de ler repleto de seus julgamentos, mas pela nova interpretação que abrirá caminhos para a continuidade de uma nova leitura.

“Il panorama dell’arte d’oggi è complesso e ricco di possibilità” (p.11)

Desta forma um exemplo concreto de abertura da obra e funcionalidade do leitor na construção da leitura acontece em “O jogo da Amarelinha” de Julio Cortázar. Publicado nos anos 60, o romance se estrutura de forma que o leitor é convocado pelo texto ao papel ativo na medida em que a leitura não precisa ser de forma linear partindo do primeiro capítulo e sim seguindo as indicações estabelecidas na obra, sendo assim, a sua frente se abrem as diversas possibilidades de leitura.

domingo, 6 de junho de 2010

Daniela: Santo Agostinho, O cuidado devido aos mortos

Santo Agostinho, O cuidado devido aos mortos
(De cura pro mortuis gerenda). São Paulo: Ed: Paulinas, 1990

Em seu tratado O cuidado devido aos mortos (De cura pro mortuis gerenda) escrito por volta de 421 d.C, Santo Agostinho escreve para o bispo Paulino de Nola a respeito da pergunta sobre a vantagem de se sepultar um cristão junto ao tumulo de um santo. Santo Agostinho discorre sobre essa temática que foi proposta pelo Bispo de Nola, assim como os sacrifícios e orações pelos mortos, afim proporcionar um debate sobre a necessidade desses ritos fúnebres.
Segundo o apóstolo Paulo, em suas cartas endereçadas aos povos Coríntios, diz que devemos nos preocupar com coisas úteis, para que depois possamos receber as retribuições devidas, ou seja, nos preocupar com nossos atos para depois usufruir deles. Podemos encontrar essas idéias ratificadas no manuscrito de Santo Agostinho quando ele diz que,
“Com efeito, a sentença do Apóstolo adverte
nos que é antes da morte
que devemos fazer o que poderá ser útil depois dela “ (p23)
para Santo Agostinho existe uma maneira mais pertinente de se viver em nossos corpos mortais afim de que sejam dignos dos auxílios piedosos depois da morte. Ou seja, devemos nos ater a boas ações em vida para que depois dela possamos realmente usufruir dos benefícios.
O mesmo ocorre com a questão dos ritos fúnebres, que para época eram tidos como importantes, porém Santo Agostinho diz que o funeral “é mais um consolo dos vivos do que alivio dos mortos” (p.26), ou seja, os mortos já teriam para com Deus seus lugares, devido ao decorrer de suas ações terrenas, seus atos, e mesmo com um funeral ostentoso não mudariam seus destinos. Então os ritos seriam compreendidos como alívio e comprometimento, que fora deixado em vida pelos seus parentes, com o intuito de uma cura maior para com a sepultura ou a trasladação de seus restos mortais.
Já os Memoriae ou Monumenta, os lugares onde jazem os mortos, são na verdade – segundo Santo Agostinho- apenas construções vistosas com o intuito de se recordar (com o auxilio da memória) dos seus, que devido à morte, foram retirados dos olhos dos vivos para que também não sejam esquecidos no coração.
Entretanto, há no interior do homem um sentimento natural que faz com que se tenha um cuidado por sua própria carne. Para Santo Agostinho isso se confirma quando se mostra a preocupação que o homem tem com seu corpo depois da morte.
“Cada um ama sua própria carne,
com instinto”
(p.37)
Com efeito, tamanho é o seu amor pelo corpo que quando o homem percebe que o destino do seu é incerto ele se sente conturbado. Devido a esse destino instável o homem tem cuidado para com o corpo do outro, pois teme por um destino cruel para com o seu corpo.
Para alguns essa idéia de amor pela carne se deve ao ocorrido na antiguidade, como por exemplo, na Eneida, quando Enéias tem uma visão dos mortos que vem em seus sonhos contar onde estão seus corpos com o intuito de que Enéias os encontre para proporcionar-lhes um enterro decente para que assim as almas possam ir encontro a última morada, pois sem essa sepultura vagariam sem rumo.
Assim como Enéias alguns vivos dizem que tiveram visões com pessoas já mortas ou em sonhos ou de outra forma, esses mortos que apareceram pediram-lhes que seus corpos fossem enterrados devidamente, ou seja, que lhes proporcionassem uma tumba que lhes fora negada dantes.
“Tal é a fraqueza humana que-
se um morto é visto durante o sono,
crê-se ter visto sua alma.
Mas se acaso sonha-se com a pessoa viva,
Fica-se certo de que não foi visto seu corpo nem sua alma,
Mas sim sua imagem”
(p.44 e p 45)
Sendo assim, no tratado O cuidado devido aos mortos (De cura pro mortuis gerenda), pode-se perceber que homem tinha um cuidado pela sua carne assim como com seus atos, pois ele deseja um bom lugar depois da morte. Mas segundo Santo Agostinho esse cuidado só teria valor se as ações praticadas em vida fossem boas se não de nada adiantaria que os ritos fúnebres fossem pomposos.


domingo, 30 de maio de 2010

Nayana BIC entrevista Umberto Eco internet e livro

Universidade Federal do Rio de Janeiro
Faculdade de Letras
Iniciação Científica
Orientador: Andrea Lombardi
Aluna: Nayana Montechiari

Internet e livro. Entrevista de Umberto Eco (por Nayana), ficha de leitura)

Ficha de Leitura – Umberto Eco em entrevista ao jornal La Stampa.

O escritor Umberto Eco, em entrevista ao Jornal La Stampa, revela que os verdadeiros inimigos do livro são os homens e não as novas tecnologias. Acredita que a “Internet ensina aos jovens a ler”, revelando assim seu ponto de vista acerca da leitura.

Eco define o livro como “um conjunto de folhas impressas (...) que se folheie facilmente e que tenha muitas cópias”, mas não arrisca a definir o e-book como um livro. Por ser uma nova ferramenta, o e-book ainda precisa permitir que as anotações durante uma leitura sejam feitas e mostrar-se capaz de guardar as informações como um livro impresso faz, mas a capacidade de armazenar diversos livros em um pequeno espaço revela-se tentadora.

Para utilizar a internet como uma possível biblioteca digital “precisa-se de uma grande cultura e uma grande astúcia”. Eco relaciona a internet e as bibliotecas, no modo de pesquisa realizada em cada uma delas, e acredita que para se fazer uma pesquisa de qualidade através da internet e de suas ferramentas de busca é necessária ao leitor uma base cultural, uma cultura literária maior, já que nas bibliotecas a pesquisa é mais acessível pelo modo como as obras são expostas, pelos volumes estarem ao alcance das mãos.

Ler um livro on-line, um manuscrito, um livro impresso, um e-book faz diferença quando se pensa no conteúdo do que se está lendo? Ler em voz alta, sozinho, em grupo, na tela do computador ou em um lugar calmo e confortável com o livro nas mãos modifica a “forma” de leitura. A leitura se modifica quando se modifica o modo ou os meios de sua realização?

Para Umberto Eco o livro impresso ainda é a melhor forma de se ler um romance. Partindo do pressuposto que é essencial escrever comentários, notas em um livro impresso, quando se realiza uma leitura aprofundada de um texto, deduz-se que o modo de leitura torna-se imprescindível para a aquisição da cultura literária. As novas tecnologias são vistas pelo autor como uma forma de liberdade de expressão e de imaginação, mas devem ser tratadas com cautela quando se fala em aquisição de cultura literária, exatamente pela quantidade, diversidade e qualidade de informações que estão disponíveis.

Eco, Umberto. Entrevistado por: Cesare Martinetti para La Stampa. 2009, 13 de maio.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/fieralibro/200905articoli/43661girata.asp (maio, 2010)


Rio de Janeiro, 13 de maio de 2010.

domingo, 23 de maio de 2010

Luana JIC Decamerão, um possível início da literatura italiana

Nome: Luana Ribeiro Monteiro DRE: 108061580 Prof°.: Andrea Lombardi.
Decamerão, um possível início da literatura italiana

O escritor argentino J. L. Borges, tem sustentado uma vez que o modelo da Divina Comédia, associado à cultura italiana, não rendeu o caráter alegre, divertido e irônico de sua tradição. No fundo a Comédia é uma verdadeira tragédia, quando há na literatura italiana outros textos (Borges fala de Orlando furioso, um texto divertido de 1500) que poderiam representar esta matriz assim alegre e divertida.
Decamerão quer dizer “dez jornadas” do grego deca que significa “dez”, e do final emeron, que significa “dia”, é uma coleção de cem novelas (contos) de Giovanni Boccaccio, logo no fim da peste que atinge Florença da primavera ao outono em 1348. Dez jovens para fugir da peste, refugiaram-se em um belo palácio onde permanecem por duas semanas. A cada dia, elegem um rei ou uma rainha que deve coordenar a narração das novelas, são dez a cada jornada. Estas novelas possuem como dispositivo a ironia, a descrição da realidade, o erotismo: o amor como sentimento humano e terreno que envolve a carne, capaz de acender as paixões mais sensuais.
Analizaremos a novela de Alibech (a décima da terceira jornada), em que uma menina procura a sua experiência mística no deserto e encontra o seu conhecimento bem mais que sensual. O monge, de fato, que se propõe de iniciá-la, sustenta que se deve rechaçar o diabo no inferno, com uma metáfora como estímulo ao ato sexual.
É claro que Decamerão quer ironizar e pôr à prova o leitor e estabelecer com ele um pacto: detectar a ironia no texto, uma total revirada da versão séria e literal.
Objetivo do Decamerão é desenvolver ao máximo o motto di spirito (a piada, o Witz, o chiste), a versão discursiva da ironia, ou seja, uma forma de leitura diferente da realidade.Trata-se de uma nova forma de falar, uma nova retórica ao serviço de um novo mundo - o primeiro capitalismo-, uma retórica dos comerciantes que precisam ser rápidos, irônicos, sarcásticos. E sobretudo, econômicos.

Bibliografia:
BOCCACCIO, Giovanni. Decameron, Milano, 1999.
BATTAGLIA RICCI, Lucia. Boccaccio.Roma: Salermo, 2000.
CAVALLO, G.e R. CHARTIER. Storia della lettura. Bari: Laterza, 1995.
CALVINO, Italo. Perchè leggere i classici. Milano: Mondadori, 1991.
LOMBARDI, Andrea. “Boccaccio e la creazione del lettore ingegnoso. Una lettura della novella VI, 1 del Decameron”. Em O italiano Falado e Escrito (org. Loredana d. S. Caprara e Letizia Zini Antunes). São Paulo: Humanitas, [1998] 1999,p.63-78.

sexta-feira, 21 de maio de 2010

nome del bibliotecario Istituto di Cultura

Per cercare dei libri:

provate in Facoltà

provate all´Istituto Italiano di Cultura, Av Presidente Antonio Carlos 40 Rio

parlate là con Carlo Alberto Zaldini
orario:
9-14 16-19 da lunedì a giovedì
9-14 venerdì
8:30-11:30 sabato

tel.: 35344300 / 4333

Il sito su internet dell´Istituto ha un cataloogo on line dei libri

quinta-feira, 20 de maio de 2010

20 maggio messaggio sulla riunione del 18-5

Ciao!

sono appena riuscito a inserire i vostri nomi nel progetto di ricerca. Domani scadono i termini per correggere o inserire i ruiassunti (manca solo quello di Luana in portoghese). Ricordatevi di inserire la bibliografia o controllarla. Chiedete l´uso di strumenti elettronici (data show, uso del computer (con o senza internet) Il progetto di ricerca é intitolato, effettivamente: Viagem, Exílio, Migrações mi ero sbagliato io stesso (!!), perché avevo dato una disciplina di pós con un titolo diverso (mettendo in luce la lettura).
Nella nostra riunione (ottima, direi) di martedì 18 maggio, abbiamo stabilito:
1. Ognuno dovrà fare delle schede di lettura dei libri indispensabili per la ricerca. Direi che per la nuova riunione deve esserci perlomeno la scheda di un libro intero.
2. La prossima riunione sarà fatta l´8 giugno (martedì) alle 9. Se volete, potete organizzarvi anche per fare una riunione a casa mia, durante il week-end. L´altra riunione avverrà probabilmente il
6 luglio (martedì) 3. Ognuno fará una breve presentazione
a) del proprio tema (riducendo al massimo il riassunto)
b) delle problematiche del tema
c) solleverà dei problemi di carattere generale tutto questo con uno schema preparato in precedenza. Dobbiamo cominciare a simulare la presentazione delle comunicazioni.
Possiamo anche progettare una sessione della JIC con molti di voi insieme. Non so se è meglio, per avere un pubblico maggiore, ma forse è meglio per potere avere l´atmosfera giusta!
Ciao
Andrea

Progetto di ricerca: Viaggio, Esilio e Migrazioni


http://www.sigma-foco.scire.coppe.ufrj.br/UFRJ/SIGMA/projetos/consulta/relatorio.stm?app=PROJETOS&codigo=12812&buscas_cruzadas=ON

Código: 12812
Título: Viagem, Exílio e Migrações
Natureza: Pesquisa

Descrição:
O Projeto "Viagem, Exílio e Migrações" analisa textos ligados à literatura italiana e à literatura universal, a partir dos conceitos de viagem, exílio, migrações, buscando particicularmente focalizar a relação entre língua materna e língua de adoção, a presença e/ou recalque do próprio e/ou do estrangeiro, a noção de fronteira e de limite entre outros temas que envolvem movimentos de passagem no tempo e no espaço.
Período:
03/2005 a ___/____
Situação: Em Andamento Área Básica: 80200001 - LETRAS Local de Realização:
Universidade Federal do Rio de Janeiro
Outras Informações:
O fulcro da análise deverá recair sempre sobre o texto e seu particular modo de representação, seja ele uma obra de arte (por exemplo a relação pintura/literatura), um evento histórico (por ex. a Shoah dentro da literatura de testemunho) ou a própria literatura enquanto singular objeto da realidade.




Linha de Pesquisa: Diálogos interculturais e inter-semióticos
Área de Concentração: Estudos literários neolatinos


Instâncias da Estrutura Acadêmica: Programa de Pós-Graduação em Letras Neolatinas

Palavras chave:
Exílio, Morte, Viagem, literatura italiana, trauma, ut pictura poesis

Membros da equipe:
Caroline Machado Chrispino
Nayana Montechiari Crescenzio
Silvio de Oliveira Gomes
Alline Gonçalves do Nascimento
Daniela Gonzalez Alvarado
Luana Ribeiro Monteiro

scheda bibliografica (appunti)

1. Rif. Bibliografico:

COGNOME, nome abbreviato. “parte dell’opera” In Titolo dell’opera. Città: Casa editrice, data, pagine.

Es.:
SPITZER, L. “L’originalità della narazione ne ‘I Malavoglia’ In Giovanni Verga. I Malavoglia. Milano: Rizzoli, 1994, p. 5 33


Riassunto: 15-20 righe. Elementi importanti. Titolo (sottotitolo), divisione in capitoli/paragrafi/ elementi importanti su trama, nomi dei personaggi, epoca, stile (elementi significativi), narratore


Citazioni. Almeno 10 citazioni (o più), con indicazione bibliografica, “tra virgolette”.

Per ognuna delle 10 (o più) citazioni: aggiungere un commento personale (occorre mostrare del perché sono state scelte queste citazioni e non altre):
a) associazione libera di idee/ altri testi/ altri temi/ altri autori
b) temi eventualmente da sviluppare (con parentesi, frecce o altro)
c) eventualmente: commento completo

esempio. Analisi di un brano della Prefazione a I Malavoglia:
“Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni le prime inquetudini pel benessere; e quale perturbazione deba arrecare in un afamigliuola, vissuta sino allora relativamente felice, la vga bramosía dell’ignoto, l’accorgrersi che non si sta bee, o che si potrebbe star meglio.”
VERGA, G. Prefazione In I Malavoglia, op. cit. , p. 107


Le osservazioni, rispetto alla citazione scelta, possono essere isolate, con frasi non compiute e rifinite, oppure con un testo completo. Naturalmente, occorre utilizzare il buon senso eequilibrare le risposte (testo rifinito e solo note)

Esempio (testo non rifinito)
1) [citazione 1] VERGA, G. I Malavoglia, op. cit. , p.” Questo racconto è lo studio sincero e spassionato”è commento il verbo è suona definitivo, si tratta di una definizione ontologica...

“lo studio sincero e spassionato” commento Si tratta dell’essenza del verismo/ naturalismo senza passione/ la sincerità è legame con le fotografie scattate da Verga (agli albori della fotografia, Walter Benjamin sulla fotogr.)

del come probabilmente lo scienziato propone con il “beneficio d’inventario”, cioè mette in discussione
devono nascere e svilupparsi è commento [basta solo una parola, in questo caso] scienza

nelle più umili condizioni è commento lo studio del livello zero, del proletariato (la trilogia dei vinti di Verga)

“le prime inquetudini pel benessere” commento è il benessere considerato come aspetto negativo
perturbazione commento elemento negativo
debba arrecare in una famigliuola commento diminutivo affettivo (antiquato)

relativamente felice commento il progresso e l’infelicità
la vaga bramosía dell’ignoto commento un tono da religione del positivismo (ma contro lo sviluppo)
l’accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio commento è un’espressione bonaria e personale

terça-feira, 18 de maio de 2010

Luana Ribeiro Monteiro Il Decameron, un inizio possibile della letteratura italiana

Nome: Luana Ribeiro Monteiro DRE: 108061580 4°livello Prof°.: Andrea Lombardi

Il Decameron, un inizio possibile della letteratura italiana

Lo scrittore argentino J. L. Borges, ha sostenuto che il modello della Divina Commedia, associato alla cultura italiana, non rendeva il carattere allegro, giocoso e ironico degli italiani. In fondo si tratta di una vera e propria tragedia, quando ci sono nella letteratura italiana altri testi (Borges parla del Orlando furioso, un testo giocoso del 1500) che potrebbero rappresentare questa matrice così allegra e giocosa.
Il Decameron vuol dire “dieci giornate” dal Greco deca che significa “dieci”, e dal termine emeron, che significa “giorno”, è una raccolta di cento novelle da Giovanni Boccaccio subito dopo la fine della peste che colpì Firenze dalla primavera all’autunno 1348.
Dieci giovani per sfuggire della peste, si rifugiano in un bel palazzo dove restano per due settimane. Ogni giorno, eleggono un re o una regina che deve raccontare delle novelle, sono dieci ogni giornata. Queste novelle avevano come dispositivo l’ironia, la descrizione della realtà, e l’erotismo: l´amore come sentimento umano e terreno coinvolge la carne, capace di accendere le passioni più sensuali.
Faremo l’esame della novella di Alibech (la decima della terza giornata), in cui una ragazza cerca la sua esperienza mistica nel deserto ed incontra la sua conoscenza più che sensuale. Il monaco, infatti, che si propone di iniziarla, sostiene che si deve ricacciare il diavolo nell’inferno, con una metafora spinta dell´atto sessuale.
È chiaro che il Decameron vuole prendere in giro e mettere alla prova il lettore e stabilire con lui un patto: riconoscere l’ironia, cioè il rovesciamento della versione seria.
L’obiettivo del Decameron è sviluppare al massimo il motto di spirito, la versione discorsiva dell’ironia, cioè, una forma di lettura diferente della realtà. Si tratta di una nuova forma di parlare, una nuova retorica al servizio di un nuovo mondo. Quello dei commercianti – il primo capitalismo - che hanno bisogno di essere rapidi, anche ironici e sarcastici.

Bibliografia:
BOCCACCIO, Giovanni. Decameron, Milano, 1999
BATTAGLIA RICCI, Lucia. Boccaccio. Roma: Salermo, 2000
CAVALLO, G. e R. CHARTIER. Storia della lettura. Bari: Laterza, 1995
CALVINO, Italo. Perché leggere i classici. Milano: Mondadori, 1991
LOMBARDI, Andrea. “Boccaccio e la creazione del lettore ingegnoso. Una lettura della novella VI, 1 del Decameron". Em O Italiano Falado e Escrito (org. Loredana d. S. Caprara e Letizia Zini Antunes). São Paulo: Humanitas, [1998] 1999, p. 63-78

segunda-feira, 17 de maio de 2010

Silvio Gomes Jic O escritor outsider pós-moderno e as vanguardas italianas do século XX: Uma análise possível de Lello Voce.

O escritor outsider pós-moderno e as vanguardas italianas do século XX: Uma análise possível de Lello Voce.

Silvio Gomes

Poeta, Escritor e Performer, Lello Voce é um dos novos poetas italianos, diretamente engajado, não unicamente na criação, mas também na animação de festivais de poesia contemporânea (Poetry Slam). Com um grupo de escritores e poetas de vanguarda, foi fundador do Gruppo '93, cujo nome foi inspirado por sua vez no mítico Gruppo '63, um movimento cultural decisivo na cena italiana da década de 1960 e do qual fizeram parte Umberto Eco, Nanni Balestrini, Edoardo Sanguineti, entre outros. Outsider da Literatura Italiana contemporânea - um dos seus livros intitula-se Heroína - fundou a revista Baldus, que deve seu nome ao poema renascentista em latim macarrônico escrito pelo monge Teófilo Folengo e que se tornou um símbolo de uma literatura irreverente, vanguardista e expressionista, segundo a avaliação do crítico italiano Gianfranco Contini. Baseado no poema Rap di fine secolo [e millennio] do livro Farfalle da Combattimento e na "Trilogia em um único volume" Il Cristo Elettrico, a análise visa enfatizar a relação com aspectos do próprio Gruppo '63 e da vanguarda histórica, o Futurismo. Conjuntamente, sempre que seja possível, analisaremos os caminhos seguidos pelo Pós-Modernismo, as experimentações no âmbito da literatura e de outras formas de expressão, a fluidez de identidades, o fascínio pelo diferente e paradoxal, o interesse pelo ex-cêntrico e a [im]possibilidade de estabelecer fronteiras territoriais em tempos de globalização - quando o mundo torna-se menor e as pessoas mais iguais - e do império midiático - quando há uma expansão (aparentemente) ilimitada da liberdade da rede mundial de computadores e da convergência de mídias.
Unidade: Faculdade de Letras - CLA
Área básica: Literaturas estrangeiras modernas
Apresentação: Oral
Autores: Silvio de Oliveira Gomes - Sem bolsa
Orientadores: Andrea Giuseppe Lombardi
Vinculo a projeto: Viagem, Exílio e Migrações
Palavra-chave: Literatura
Bibliografia:
ADORNO, Theodor. Indústria cultural e sociedade. Jorge Mattos Brito de Almeida (Org.). tradução Elisabeth Levy [et al.]. 5 ed., São Paulo: Paz e Terra, 2002
BAUMAN, Zygmunt. O mal-estar da pós-modernidade. tradução Mauro Gama, Cláudia Martinelli Gama. Rio de Janeiro: Jorge Zahar, 1998
_______________. A sociedade individualizada: vidas contadas e histórias vividas. tradução José Gradel. Rio de Janeiro: Jorge Zahar, 2008
_______________. Tempos líquidos. tradução Carlos Alberto Medeiros. Rio de Janeiro: Jorge Zahar, 2007
BENJAMIN, Walter. Magia e técnica, arte e política: ensaios sobre literatura e história da cultura. tradução Sergio Paulo Rouanet. 7. ed., São Paulo: Brasiliense, 1994. (Obras escolhidas; v.1)
BERNARDINI, Aurora Fornoni (Org.). O Futurismo italiano. São Paulo: Perspectiva, 1980
EAGLETON, Terry. Teoria da Literatura: uma introdução. tradução Waltensir Dutra. 6 ed., São Paulo: Martins Fontes, 2006
HUTCHEON, Linda. Poética do pós-modernismo: história, teoria, ficção. tradução Ricardo Cruz. Rio de Janeiro: Imago, 1991
JAMESON, Fredric. Espaço e Imagem: teorias do pós-modernismo e outros ensaios de Fredric Jameson. Organização e tradução Ana Lúcia Almeida Gazolla. Rio de Janeiro: UFRJ, 1994________________. Pós-Modernismo: a lógica cultural do capitalismo tardio. tradução Maria Elisa Cevasco. 2 ed., São Paulo: Ática, 2007
LIPOVETSKY, Gilles. Os tempos hipermodernos. tradução Mário Vilela. São Paulo: Barcarolla, 2004
MARSHALL, Berman. Tudo que é sólido desmancha no ar: a aventura da modernidade. tradução Carlos Felipe Moisés, Ana Maria L. Ioriatti. São Paulo: Companhia das Letras, 2007
SAID, Edward W. Orientalismo: O Oriente como invenção do Ocidente. tradução Rosaura Eichenberg. São Paulo: Companhia das Letras, 2007